4 MARZO: GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO L’HPV

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A partire dal 2018, il 4 marzo di ogni anno viene celebrata la Giornata Internazionale contro il Papilloma Virus (HPV). In occasione di questa giornata vengono realizzate delle campagne su scala mondiale per parlare del virus dell’HPV, spiegare cos’è, a quali rischi espone e soprattutto come fare per ridurne l’impatto attraverso lo screening e la vaccinazione. Tale ricorrenza invita a non abbassare la guardia nella lotta contro questa infezione molto diffusa.

Si stima, infatti, che circa 8 donne sessualmente attive su 10 contraggono l’infezione da HPV almeno una volta nella vita, con una prevalenza tra i 20 e 30 anni. La maggior parte delle infezioni da HPV è transitoria ed il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare un effetto patogeno. Infatti, il 60-90% delle infezioni da HPV, si risolve spontaneamente entro 1-2 anni dal contagio [1].

La persistenza dell’infezione virale, tuttavia, può rappresentare la causa dello sviluppo del tumore della cervice uterina, un tipo di carcinoma femminile che ad oggi è ancora molto diffuso. La persistenza dell’infezione da HPV, infatti, può portare allo sviluppo di lesioni precancerose che possono progredire fino ad arrivare al cancro della cervice uterina. [2]

LO SAPEVI CHE…

La persistenza dell’infezione da HPV dipende dallo stato immunitario dell’ospite, dall’equilibrio del microbiota vaginale (eubiosi) e dal grado di epitelizzazione della cervice uterina

 

Il microbiota vaginale è infatti caratterizzato da specifici microrganismi, prevalentemente della specie dei lattobacilli, i quali proteggono l’ambiente vaginale dallo sviluppo di infezioni opportunistiche.

Evidenze scientifiche hanno dimostrato che la presenza di vaginosi batteriche aumenta il tasso di incidenza delle lesioni indotte da HPV. [3]

Per mantenere una corretta eubiosi vaginale è utile la somministrazione locale di fibre ad azione prebiotica, in grado di far crescere selettivamente i lattobacilli e microrganismi caratterizzanti un microbiota vaginale sano.

Il microambiente vaginale fisiologico è inoltre caratterizzato da un pH acido, con un valore compreso tra 3,8 e 4,5. L’aumento del pH vaginale rappresenta una condizione favorevole per l’instaurarsi ed il persistere dell’infezione da HPV [4]. I lattobacilli contribuiscono al mantenimento del pH acido a livello vaginale, attraverso la formazione di acido lattico. In caso di disbiosi vaginale, anche l’applicazione locale di agenti acidificanti, come appunto l’acido lattico, può aiutare nel ripristinare il pH fisiologicamente acido dell’ambiente vaginale ed una condizione di eubiosi.

 

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Bibliografia:
[1] Ronco, G. Epidemiologia dell’infezione genitale da HPV e delle sue complicazioni e utilizzo della ricerca molecolare del virus per lo screening del cancro del collo dell’utero. Epidemiol Prev., 2007 31, 6-11.
[2] Baseman, J. G., & Koutsky, L. A. (2005). The epidemiology of human papillomavirus infections. Journal of clinical virology, 32, 16-24.
[3] Gillet, E., Meys, J. F., Verstraelen, H., Bosire, C., De Sutter, P., Temmerman, M., & Broeck, D. V. Bacterial vaginosis is associated with uterine cervical human papillomavirus infection: a meta-analysis. BMC infectious diseases, 2011, 11, 1-9.
[4] Clarke, Megan A., et al. “A large, population-based study of age-related associations between vaginal pH and human papillomavirus infection.” BMC infectious diseases, 2012, 12 (1), 33.