Screening per il carcinoma della cervice uterina: Pap-test e HPV-test

Anche se limitare il numero di partner sessuali può rappresentare una possibile strategia di prevenzione, l’approccio più sicuro per una diagnosi precoce si basa su screening ginecologici regolari.
Dopo l’introduzione del Pap-test, un esame rapido e indolore che permette di identificare le lesioni precancerose e maligne, il carcinoma cervicale è diminuito del 75% rispetto agli anni ’50 ed attualmente l’incidenza e la mortalità continuano a mostrare una tendenza alla riduzione nel corso del tempo.
In Italia per tutte le donne di età compresa tra i 25 e 64 anni vengono gratuitamente attivati dei protocolli di screening che devono essere ripetuti con una certa regolarità in caso di risultato negativo o con frequenza maggiore in casi specifici.
In particolare, il Pap-test rappresenta il test primario per le donne di 25-29/34 anni (variazioni di età stabilite dal Servizio Sanitario Regionale), mentre è considerato un test di triage per le donne di 30/35-64 anni.
Infatti, successivamente al Pap-test è stato introdotto l’HPV-test, una seconda tipologia di esame in grado di individuare direttamente la presenza del DNA del virus, impiegato ad oggi come test primario per le donne sopra i 30 anni. Solo se l’HPV-test risulta positivo verrà effettuato il Pap-test, divenuto in tal caso un esame di completamento.

LO SAPEVI CHE…?

Il Pap-test prende il suo nome dal medico greco-americano Georgos Papanicolau (1883-1962), che ideò questo test per la diagnosi rapida dei tumori del collo dell’utero. Il Pap-test fu introdotto nella pratica clinica all’inizio degli anni ’50 e fu impiegato per la prima volta in Italia da un medico napoletano, il Dott. Mario Tortora, allievo di Papanicolau dal 1953.

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