L’IPEROMOCISTEINEMIA E IL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

In occasione della Giornata Mondiale del Cuore (29 settembre) istituita nel 2000 da World Health Federation (WHF), ci teniamo a ricordare l’importanza della prevenzione nel ridurre l’incidenza delle patologie cardiovascolari, le quali provocano 18,6 milioni di vittime ogni anno in tutto il mondo.

In occasione del 21esimo anniversario, la Federazione Italiana per il cuore (FIPC) promuove il claim “USA IL CUORE PER OGNI CUORE”. Questo slogan sottolinea quanto ognuno di noi può fare per la salute del proprio cuore e per prevenire le malattie cardiovascolari facendo scelte salutari per noi stessi e per i nostri cari, per la società e la sostenibilità dell’ambiente.

A tale proposito, si può agire modificando alcuni dei fattori di rischio più comuni di queste patologie che l’OMS ha individuato nell’inattività fisica, l’uso di tabacco, alcool e una dieta sbilanciata.

Inoltre, è emerso da diverse evidenze scientifiche come anche l’iperomocisteinemia sia un fattore di rischio cardiovascolare da non sottovalutare [1,2]. Pertanto andiamo ad approfondire questa condizione.

Cos’è l’omocisteina?

L’ Omocisteina è un aminotiolo non presente nelle proteine, prodotto secondario ottenuto dal metabolismo della metionina, aminoacido solforato essenziale che viene introdotto nel nostro organismo con la dieta.

La regolazione del metabolismo dell’omocisteina avviene attraverso l’attività di alcuni enzimi e vitamine come la B6, B9 (o acido folico) e B12. Una loro carenza può quindi portare a una riduzione del suo metabolismo con conseguente accumulo plasmatico.

Si parla di iperomocisteinemia quando…

L’iperomocisteinemia consiste in elevati livelli di omocisteina nel sangue.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) considera fino a 13 µmoli/l un valore ematico normale pertanto si parla di omocisteina alta quando si misurano nel sangue concentrazioni:

  • superiori a 13 µmoli/l negli uomini adulti,
  • superiori a 10,1 µmoli/l per le donne,
  • superiori a 11,3 µmoli/l nei ragazzi di età inferiore ai 14 anni.

Quali sono le cause?

Le cause dell’iperomocisteinemia si possono distinguere in congenite e acquisite. Tra le congenite si riconoscono deficit di enzimi coinvolti in reazioni che riguardano il metabolismo dell’omocisteina, come MTHFR [5]. Mentre tra le cause acquisite si individuano: carenze nutrizionali (ad esempio vitamine del gruppo B), menopausa, farmaci (anticonvulsivanti, estrogeni) e patologie come insufficienza epatica, renale.

 Iperomocisteinemia e rischio cardiovascolare

Diversi studi mettono in evidenza come elevati livelli di omocisteina nel sangue siano causa di: riduzione endoteliale di ossido nitrico (NO), aumento della coagulazione del sangue, aumentato rischio di formazione di trombi, danno e disfunzione endoteliale oltre ad un aumento dello stress ossidativo [3-6]. Vista l’importanza di questi eventi nell’ insorgenza delle patologie cardiovascolari, il controllo dei livelli di omocisteina nel sangue è un vero atto di tutela verso la salute del nostro cuore, in linea con il claim “USA IL CUORE PER OGNI CUORE”.

 

 

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Bibliografia:

[1] Cattaneo, Marco (1999). Hyperhomocysteinemia, Atherosclerosis and Thrombosis. Thrombosis and Haemostasis, 81(2), 165–176.
[2] Utpal Sen et al., (2010). Homocysteine to Hydrogen Sulfide or Hypertension, 57(2-3), 49–58.
[3] Clarke R et al., Hyperhomocysteinemia: an independent risk factor for vascular disease. N Engl J Med 1991; 324:1149-55;
[4] Hankey GJ et al., Homocysteine and vascular disease. Lancet 1999; 354:407-413.;
[5] Varga E.A et al., Homocysteine and MTHFR Mutations. Relation to Thrombosis and Coronary Artery Disease. Circulation 2005;111: e289-e293;
[6] De Caterina R et al., New cardiovascular risk factors: homocysteine and vitamins involved in homocysteine metabolism. Ital Heart J 2004;5 (Suppl 6):19s-24s.